Raccomandazioni OCSE Ecommerce

by Avv. Nicola Ferrante
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Gli Stati devono aggiornare la normativa a tutela dei consumatori al fine di rispondere efficacemente ai rischi generati dalle nuove forme di commercio on-line, incluse quelle riferibili alle "app gratuite" e agli scambi diretti fra utenti (peer-to-peer), e garantire alle transazioni su Internet lo stesso livello di protezione offerto al business tradizionale.

Queste sono solo alcune delle indicazioni riportate nella nuova "Raccomandazione sul Commercio Elettronico" adottata il 24 marzo 2016 dal Consiglio OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development, OECD), che mira a rafforzare la fiducia dei consumatori in un mercato di e-commerce sempre più dinamico e complesso.

Dopo la prima raccomandazione del 1999, l’OCSE ha rivisto le proprie linee guida sulla tutela dei consumatori per e-commerce solo nel 2016, in una situazione assolutamente cambiata rispetto al 99 dove la spesa per l'e-commerce era ben al di sotto di quella di adesso.

La Raccomandazione consta di 3 parti, con un totale di 54 articoli molto chiari e di facile comprensione ed è stata sviluppata dall’OCSE Committee on Consumer Policy (CCP) in collaborazione con le imprese, la società civile e la comunità tecnica di Internet. Durante la preparazione della Raccomandazione, il CCP ha intensificato la cooperazione con altri organismi internazionali, come ad esempio gli Stati Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), l’Associazione dei Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), la protezione dei consumatori e internazionale Enforcement Network (dell’ICPEN) e il Gruppo di Lavoro Sicurezza e Privacy nell’ambiente Digitale (SPDE), di cui fa parte anche il Garante italiano per la protezione dei dati personali con funzione di vice-presidenza.

La nuova Raccomandazione affronta diverse questioni emerse recentemente nell'ambito del commercio elettronico, tra le quali: le transazioni "non monetarie" in cui la fruizione di beni o servizi è solo apparentemente gratuita, ma di fatto scambiata con dati ed informazioni personali; le transazioni consumer-to-consumer; il crescente utilizzo di dispositivi mobili per l'e-commerce e le conseguenti sfide tecnologiche per garantire la disponibilità e l'efficacia delle informazioni da fornire ai consumatori; la privacy e la sicurezza, soprattutto in transazioni Business to Consumers.

L’OCSE pone particolare attenzione sulla necessità di regolamentare i servizi online di e-commerce, che in molti casi si presentano soltanto apparentemente gratuiti ma, senza adeguata informazione e consenso, acquisiscono dati personali degli utenti come contropartita della fornitura del servizio, dati personali, anche a livello aggregato, che vengono poi rivenduti per finalità di marketing o di profilazione dell’utente.

Si pensi inoltre alla grande disponibilità di prodotti e servizi digitali, il cui contenuto è acquistabile e fruibile solo online: gli utenti che acquistano tali beni online non sono il più delle volte in grado di comprendere i loro diritti ed obblighi, e che cosa viene disciplinato nel contatto che vanno ad accettare. La raccomandazione vuole spronare i Governi e le imprese a rendere facilmente accessibili al consumatore tutte queste informazioni ed ad usare un linguaggio chiaro e di facile comprensione, in modo da consentire di conservare una registrazione completa, accurata, comprensibile, sicura e durevole di tali dati.

La Raccomandazione, riconoscendo il carattere dinamico e innovativo dell’e-commerce nello sviluppo di nuove modelli di business (non solo B2C ma oggigiorno anche C2C), amplifica il suo campo di applicazione riconoscendo la sua applicabilità anche alle transazioni consumer-to-consumer al fine di garantirle come quelle business-to-consumer.

La Raccomandazione si sofferma poi, sul crescente utilizzo dei nuovi dispositivi mobili con cui effettuare acquisti e quindi transazioni online (Tablet e Smartphone). In questo caso, le informazioni devono essere accessibili da tali dispositivi, tenendo conto quindi delle limitazioni tecnologiche o delle particolari caratteristiche del dispositivo eventualmente utilizzato dall’utente. E’ necessario assicurare agli utenti la possibilità di individuare immediatamente e comprendere in breve tempo quali sono i vincoli giuridici cui questi si obbligano nel momento in cui intendono fruire del servizio offerto: in questo senso l'OCSE insiste nella necessità di sanzionare pratiche commerciali poste in essere da alcune imprese volte a travisare o nascondere termini e le condizioni in modo da influenzare le decisioni degli utenti (anche nascondendo la propria identità o posizione). Allo stesso modo, sostiene l’OCSE, è fondamentale che si elaborino normative che regolino il marketing, soprattutto mirato a bambini o altri consumatori vulnerabili.

Un altro tema affrontato dalla Raccomandazione è quello relativo ai metodi di pagamento ed alla protezione del meccanismo utilizzato. In particolare l’OCSE invita i governi e le parti interessate a lavorare insieme per sviluppare un livello minimo di tutela dei consumatori in tutta meccanismi di pagamento.

La Raccomandazione si sofferma anche sulla privacy e la sicurezza dei dati personali dei consumatori che effettuano transazioni tramite l’e-commerce. In particolare, l’OCSE obbliga le imprese a proteggere la privacy dei consumatori, assicurando che le loro pratiche relative alla raccolta e all’utilizzo dei dati siano lecite, trasparenti, in regola con la normativa europea e consentano la partecipazione dei consumatori alla scelta assicurando ragionevoli garanzie di sicurezza. Al fine di sostenere il mercato del commercio elettronico e migliorare la fiducia degli utenti, l'OCSE rimarca più volte la necessità di rafforzare la tutela dei dati personali implementando adeguate misure di sicurezza contro violazioni e cyber-attacchi, ed evitando che le imprese adottino pratiche ingannevoli per la raccolta e l'utilizzo dei dati personali dei consumatori. Particolare attenzione deve essere posta, tra l'altro, alla corretta informazione dei consumatori per consentire loro di esercitare scelte consapevoli, alla riduzione del rischio del furto di identità, alla tutela dei pagamenti on-line.

Infine, la Raccomandazione si sofferma anche sula risoluzione delle controversie, dove viene consigliato di fornire agli utenti/consumatori un metodo facile e sicuro di risoluzione delle problematiche eventualmente riscontrate tramite il sito web, soprattutto nell’ambito transfrontaliero.

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